Il prossimo giovedì 29 settembre avrà luogo un evento organizzato dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Ferrara sul tema “Dal Palazzo degli Specchi alle Corti di Medoro: un riscatto sociale lungo 30 anni”.
Tra i relatori sarà presente l’arch Stefano Matteoni di Polistudio A.E.S. che ha seguito la direzione lavori del progetto.
Un’opera molto interessante per la città di Ferrara, simbolo di una rigenerazione profonda. Scopri il progetto
Riproponiamo la storia dal sito di Rigenera:
“All’inizio degli anni Duemila si fa largo nel nostro paese, la convinzione che a fianco dell’edilizia popolare possa essere rilanciata la cosiddetta edilizia sociale, sull’onda di quello che era avvenuto nel triennio precedente con le cooperative che costituivano per la vendita convenzionata e per l’affitto. Questa volta, a prendere il posto delle cooperative sono i fondi immobiliari proposti soprattutto da fondazioni bancarie che vogliono valorizzare l’enorme patrimonio immobiliare a disposizione. Questi tipi di intervento edilizio, concepiti non certo per sostituire l’ERP bensì per rispondere agli alti prezzi di mercato grazie a canoni calmierati per i nuovi ceti urbani (ad esempio, studenti universitari, “single” con lavori a tempo determinato, giovani coppie con redditi incerti) si diffondono in tutto il Paese.
A Ferrara, tra Comune e ACER, vengono create le condizioni per utilizzare lo strumento del fondo immobiliare chiuso, che si avvale della presenza della Cassa Depositi e Prestiti, quale unico strumento che può porre fine al degrado dell’area sud della città, denominata “Palaspecchi” dal nome e dalle facciate “a specchio” dell’enorme complesso immobiliare di fine anni Ottanta, abbandonato da tempo. Dopo una prima esperienza di social housing totalmente pubblica (Comune di Ferrara/ACER) in Via G. Bianchi, dove sono stati realizzati 43 alloggi tramite un processo di rigenerazione urbana (demolizione-ricostruzione), l’intervento sull’ex direzionale pubblico di via Beethoven detto appunto “Palazzo degli Specchi”, ha consentito la ristrutturazione di gran parte del complesso esistente e la successiva disponibilità di case a costi accessibili, destinate alle famiglie non in grado di soddisfare sul mercato le proprie esigenze abitative, ma con redditi superiori a quelli che danno diritto alle assegnazioni dell’Edilizia Residenziale Pubblica (la cosiddetta “fascia grigia”).
L’area di proprietà privata della Società Ferrara 2007 era assoggettata ad un piano di recupero di iniziativa pubblica che prevedeva la realizzazione di funzioni diversificate, ma non del tutto definite, per un totale di 48.500 mq di superficie lorda. L’intervento di social housing – preceduto da uno studio sulla domanda di ERS a Ferrara condotto da Nomisma, che ha confermato la necessità di alloggi a canone calmierato in città – è stato realizzato da un fondo immobiliare dedicato, di cui ACER è entrata a far parte, che si è avvalso delle risorse rese disponibili dal FIA (Fondo Investimenti per l’Abitare) di Cassa Depositi e Prestiti.
L’ipotesi progettuale di riqualificazione del complesso esistente è intervenuta sulla gran parte delle superfici complessive, con la realizzazione di un nuovo quartiere comprendente uno studentato da 150 posti letto, servizi e mix abitativo quasi esclusivamente di edilizia sociale per complessive 233 unità di cui tre quarti circa sono stati destinati alla locazione a lungo termine, e la restante parte alla vendita, oltre a spazi per attività commerciali nei piani terra degli edifici del quadrilatero”. Continua a leggere
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