NewsLa riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi, un edificio ricco di storia

La riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi, un edificio ricco di storia

 

Dal 2011 al 2013 Polistudio si è occupato della riqualificazione di uno degli edifici dello stabilimento della Manifattura Tabacchi di Milano, uno dei più importanti centri produttivi dell’industria italiana del tabacco. Infatti, nel 1958 lo stabilimento occupava un’area di 60.000 mq, una vera e propria città del tabacco che dava lavoro a un migliaio di persone. Una riqualificazione e rigenerazione dell’area che, oltre al recupero di edifici sottoposti a vincolo, ha permesso la realizzazione di nuovi fabbricati a nord dell’isolato, salvaguardando però la ciminiera della centrale termica della Manifattura come landmark cittadino. In questo contesto, come si è inserito Polistudio? Di cosa si è occupato e quale percorso ha seguito? Lo abbiamo chiesto all’ing. Daniele Pagnoni di Polistudio che ha collaborato a questo progetto.

 

Ing. Pagnoni, può inquadrarci meglio questo edificio?

Racchiuso in un intero isolato tra viale Fulvio Testi, via Santa Monica, via Giovanni Suzzani e via Esperia, lo stabilimento della Manifattura Tabacchi di Milano è stato uno dei più importanti centri produttivi dell’industria italiana del tabacco.

Tutelata come sito industriale di interesse storico, l’ex Manifattura Tabacchi di Milano è stata recentemente riconvertita a polo culturale dedicato al cinema. Nei locali restaurati della “città del tabacco” hanno oggi sede il Centro sperimentale di cinematografia, la Fondazione Cineteca italiana e il Museo interattivo del cinema (MIC).

Nel 2005, in seguito a un accordo di programma tra Regione Lombardia, Comune di Milano, Agenzia del Demanio, Fintecna Spa e Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia è stata avviata la riqualificazione del complesso manifatturiero e, in particolare, degli edifici vincolati dalla Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali, che costituiscono una delle migliori testimonianze d’insediamento produttivo del Novecento. La riqualificazione del complesso, oltre al recupero degli edifici sottoposti a vincolo, ha permesso, inoltre, la realizzazione di nuovi fabbricati a nord dell’isolato, salvaguardando però la ciminiera della centrale termica della Manifattura come landmark cittadino.

 

Cos’ha significato riqualificare e valorizzare edifici industriali risalenti al 1929 e meritevoli di salvaguardia per il loro articolato sistema?

L’intervento di recupero dell’edifico 4 del complesso Ex Manifattura Tabacchi di Milano è stato, senza ombra di dubbio, uno degli esempi più significativi di come competenza, conoscenza e capacità sul campo siano assiomi cardine per il raggiungimento ed il completamento con successo di ogni progetto, anche del più complesso. È stata dunque un’occasione, nonché una sfida, per mettere in campo le nostre competenze. E questo è per noi motivo di orgoglio.

 

 

 

Ing. Pagnoni, com’è iniziato tutto e quali erano le esigenze iniziali del committente?

Tutto è iniziato grazie ad un bando di concorso indetto dalla Regione Lombardia per l’edificio MT4 che fa parte dell’ex Manifattura Tabacchi, oggetto di una riqualificazione funzionale.

L’Accordo di Programma sottoscritto nel gennaio 2005 ha dunque sancito il progetto dell’intervento di riqualificazione e valorizzazione delle aree e degli immobili della ex Manifattura Tabacchi di viale Fulvio Testi.

Scopo di tale accordo era quello di intraprendere un percorso comune, da parte degli enti pubblici e dei soggetti privati, finalizzato alla completa riqualificazione dello stabile attraverso la riconversione del comparto in un polo cine-audio-visuale all’interno del quale collocare attività di promozione, ricerca e produzione legate al settore. Nel corso del 2010 sono iniziati anche i lavori di ristrutturazione che interessano l’edificio retrostante, l’edificio 4, destinato ad ospitare la nuova sede delle Scuole Civiche di Cinema, Televisione e Nuovi Media del Comune di Milano, Fondazione Cineteca Italiana e Lombardia Film Commission, nonché operatori privati attivi nel settore audiovisivo.

Per questi lavori Infrastrutture Lombarde ha assunto il ruolo di Stazione Appaltante, occupandosi direttamente della realizzazione della progettazione propedeutica all’indizione della gara di appalto finalizzata al recupero dell’edificio.

Un edificio lungo 150 m, diviso in due ali con al centro un vano di collegamento tra le due parti e che doveva essere adibito a più funzioni:

• Scuola del Cinema (nell’ala sinistra)

• Archivio Cinematografico (piano terra ala sinistra)

• Uffici per co-working, sala incontri e convegni per uso polifunzionale (nell’ala destra) Le esigenze erano molteplici.

 

Ogni destinazione d’uso aveva peculiarità, cui tener conto ed era oggetto di confronto con vari interlocutori. Nell’ala sinistra sono stati previsti: la Scuola del Cinema, i suoi uffici, i laboratori teatrali, una sala incontri e gli archivi cinematografici. Mentre nell’ala destra: lo spazio co-working.

 

 

Quali i punti salienti del progetto di riqualificazione? Che tipo di studio avete fatto su spazi, forme e luci?

La prima fase del progetto è stata fortemente vincolata e determinata dalla creazione e progettazione di due piani sottoterra da destinarsi all’archivio storico della Fondazione Cineteca di Milano.

Il materiale di primario valore storico e culturale, necessitava di particolari condizioni di “stoccaggio” e mantenimento. In pratica, è stato necessario creare due celle frigorifere di 2000 mq ciascuna, ai livelli interrati -2 e -3, in grado di mantenere condizioni di temperatura e umidità costanti per garantire la perfetta conservazione delle pellicole storiche.

La zona destinata agli archivi è stata ricavata all’estremità destra del corpo di fabbrica, in adiacenza al medesimo. Sempre in questa zona, ma al livello -1, è stato deciso di posizionare la cabina elettrica di ricezione e la centrale termomeccanica a servizio dell’intero complesso.

È stato previsto di realizzare la distribuzione impiantistica alle varie utenze finali, sfruttando dei cavedi alle estremità destra e sinistra del corpo di fabbrica. Ciò ha presentato notevoli problematiche per il raggiungimento del cavedio dalla parte opposta rispetto alle centrali menzionate – dato che in esterno non era possibile passare e la realizzazione di un “cavedio orizzontale” all’interno del volume dell’edificio non era percorribile – per non portare via spazio utile ai futuri utilizzatori.

Dopo un lungo dibattito, che aveva coinvolto principalmente i progettisti degli impianti, strutturisti ed architetti coinvolti, è stato deciso di scavare un “cunicolo” interrato totalmente ispezionabile che unisse le due estremità dell’edificio. A tal riguardo si sono dovuti adottare particolari accorgimenti per rendere accessibile gli impianti per le future manutenzioni e per insonorizzare opportunamente la copertura del cunicolo.

Le difficoltà nella fase di Direzione Lavori sono state principalmente dettate dall’esigenza di creare degli spazi specifici per destinazioni d’uso indicate e determinate dai vari destinatari dell’opera (Scuole Civiche e Cineteca), con altri spazi, la cui destinazione d’uso non era prettamente indicata e dovevano essere pertanto adibiti alla più completa funzionalità e destinazione d’uso.

Un’altra problematica grave verificatasi in corso d’opera è stato il fallimento dell’impresa esecutrice degli impianti elettrici, evento possibile ma non così comune in fase di realizzazione dei lavori. Ciò ha determinato non pochi problemi di gestione ed organizzazione dei lavori in corso durante la Direzione Lavori.

 

 

Nel dettaglio…

L’edificio, fuori terra si sviluppa per tre piani in altezza ed è sostanzialmente costituito da un corpo lungo circa 150 metri che fisicamente e logicamente fu suddivisa in tre parti o zone.

A sinistra sono stati ricavati gli spazi destinati alla Scuola Civica e al Museo del Cinema. A destra tre piani con destinazione d’uso non meglio identificata al momento della realizzazione del progetto. Come elemento centrale, uno spazio con triplo volume adibito ad ingresso e ad elemento di comunicazione dei tre piani “generici”.

Specificamente al piano terra dell’ala sinistra sono stati ricavati gli uffici ed i laboratori del Museo Civico, collegati con un lungo corridoio dedicato alla zona degli archivi interrati.

Sempre nell’ala sinistra, il restante spazio del piano terra ed interamente i due piani sovrastanti, sono stati destinati alla nuova sede della Scuola Civica del Cinema che, per un preciso accordo fra Regione Lombardia e Comune di Milano, si doveva trasferire nell’edificio MT4 di Ex Manifattura Tabacchi.

Gli spazi al piano terra della scuola sono stati destinati agli uffici e ai locali di servizio (archivio, biblioteca, depositi, etc. etc.) della scuola.

Al piano primo si sono concentrate e distribuite le aule di insegnamento e di post-produzione. Al terzo piano, invece, sono state ricavate 4 sale sale prove teatrali e di produzione moderne e funzionali, ed un’aula magna di 60 posti.

In virtù della natura della scuola, si può ben capire che non è stata una progettazione “classica” di spazi scolastici, ma una sfida nell’accogliere le esigenze del fruitore. In particolare, la rete dati della zona dedicata alla Scuola è stata dimensionata in modo opportuno per poter supportare uno scambio massiccio e costante di grossi flussi di informazione telematica, visto che una delle attività principali della scuola consiste nella produzione di video e materiale visivo.

Anche la progettazione dei teatri è stata molto interessante e particolare. Garantire la possibilità di utilizzare gli spazi con carichi elettrici e punti di allaccio non definiti e totalmente variabili in funzione della particolare attività che vi sarebbe dovuta svolgere, non è stato banale.

 

 

Mentre l’ala destra…

Come evidenziato e riportato in precedenza, l’ala destra dell’edificio doveva essere progettata per essere poi destinata ad usi non meglio precisati in fase progettuale.

Sono state indicate delle linee guida in funzione delle quali fare le scelte progettuali di massima, ma nulla di più. Questo è stato sia un grosso ostacolo da una parte, ma anche una forte stimolo nella ricerca di soluzioni impiantistiche particolarmente innovative e flessibili.

In accordo con quelle che erano le indicazioni ricevute dal progetto a base di gara che permise di ottenere poi il lavoro, il piano terra dell’ala destra è stato pensato come uno spazio prettamente polifunzionale, in cui fosse possibile svolgere attività culturali, mostre o eventi. La distribuzione elettrica a livello alto (soffitto), è stata realizzata tutta a vista con l’utilizzo di Blindoluci, a cui attaccare i corpi illuminanti e, in caso di necessità, per prelevare energia elettrica per piccole installazioni temporanee.

Il Piano primo dell’ala destra è esclusivamente dedicato ad area di co-working o uffici più in generale. La zona è sostanzialmente suddivisa in uffici di varia metratura, che il gestore dell’ufficio può affittare ai più diversi fruitori o ad unico soggetto.

Il terzo piano è costituito da un’unica sala auditorium destinata sia ad incontri, sia ad altre destinazioni particolari, quali rappresentazioni.

 

 

La parte centrale…

La parte centrale dell’edificio, elemento di separazione e congiunzione delle due ali, è quella più di impatto, essendo in pratica un triplo volume con un gioco sfalsato di aperture dei solai che lo rende dinamico e scenico al contempo.

Particolarità della zona, fra le altre, fu l’utilizzo di corpi illuminanti sospesi con una distribuzione asimmetrica e sfalsata dei medesimi che ha permesso di aumentare da dinamicità e la “disincrasia” armonica dello spazio.

 

 

Qual è il punto di forza di questo progetto?

Il punto di forza del progetto della Scuola Civica è rappresentato dall’attenzione nei confronti delle tecnologie digitali, che ne costituiscono proprio il valore aggiunto.

Le potenzialità del settore e la vocazione alle nuove tecnologie consentono la creazione di una forte sinergia tra le attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio e quelle finalizzate alla divulgazione e alla fruizione da parte del pubblico.

Grazie a questo secondo intervento e grazie alla collaborazione costante tra le più importanti scuole di formazione, le imprese di produzione e quelle private, le fondazioni e le associazioni di categoria, il polo cine-audio-visuale è in grado di diventare a tutti gli effetti il centro di eccellenza della città di Milano specializzato nel settore.

L’ala destra rappresenta una soluzione molto interessante dal punto di vista polifunzionale. Un altro aspetto importante del progetto è quello della flessibilità degli impianti, in modo da essere utilizzati in svariati contesti.

 

 

Cosa avete imparato da questo progetto?

È stato un lavoro importante che ci ha fatto capire meglio come non si debba dare nulla per scontato. È stata un’occasione per approfondire il concetto del project management, di un lavoro ben coordinato e con un piano d’azione preciso.

Abbiamo adottato soluzioni impiantistiche nuove, che in genere non utilizziamo. Sicuramente è stata la struttura stessa dell’edificio ad imporci tali soluzioni (es cablaggio strutturato).

 

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