
Cemento e vetro distinguono uno degli edifici più interessanti recentemente completati a Milano, nel quale la climatizzazione degli ambienti è affidata a impianti estremamente efficienti e architettonicamente ben integrati.
Intervista a ing. Franco Casalboni
Ti proponiamo l’articolo sul progetto Feltrinelli pubblicato su RCI – la rivista del progettista di impianti – con l’intervista all’ing. Franco Casalboni.
“Fino al recente progetto filmato dall’affermato studio elvetico Herzog & De Meuron, sviluppato e gestito da Coima Sgr, l’area di Porta Volta è stata fra i simboli del degrado urbano di Milano. La costruzione dei caselli daziari, alla fine dell”800, fu seguita nel secondo dopoguerra dalla demolizione di uno degli ultimi tratti delle mura spagnole, che trasformò il sedime delle fortificazioni in una zona dequalificata, in gran parte utilizzata come parcheggio.
La costruzione del nuovo complesso attua una sostanziale riqualificazione di quest’area centrale della città. Ispirati al rigore stilistico dei principali edifici storici milanesi, i nuovi volumi si sviluppano in linea ricreando un margine netto, quanto altamente permeabile, fra il tessuto edificato circostante e i nuovi spazi a verde previsti dal progetto paesaggistico.
Guarda il progetto
La parola al progettista
L’ing. Franco Casalboni (Polistudio A.E.S.) ha progettato gli impianti termomeccanici:
“In una costruzione nella quale il vetro è protagonista e il resto è in cemento armato, il tema della prestazione energetica dell’edificio è risultato fra i più impegnativi.
Durante la prima fase della progettazione sono state effettuate diverse simulazioni con software energetici, anche in ragione di una serie di vincoli progettuali – ad esempio la notevole estensione dei fronti esposti a nord e a sud – che hanno limitato la scelta delle tipologie impiantistiche da adottare.
Il ricorso a pompe di calore è legato essenzialmente all’abbondanza di acqua presente nel sottosuolo di Milano e alla sua limitata escursione termica (2° C al massimo). Oltre a garantire rendimenti molto elevati e soprattutto costanti tutto l’anno, questa soluzione permette di fronteggiare simultaneamente carichi molto diversi nelle varie zone dell’edificio.
Abbiamo perciò studiato un impianto a 4 tubi estremamente versatile e flessibile, basato su pompe di calore multifunzione e, per sopperire ai picchi di carico estivi, un gruppo frigorifero con tecnologia multi scroll. Al servizio della caffetteria è presente anche una pompa di calore acqua-acqua per la produzione di ACS che, come sorgente, utilizza il circuito caldo a servizio delle batterie delle UTA.
Nella scelta delle pompe di calore ci siamo orientati verso un produttore che dichiara prestazioni assolutamente coerenti con quelle effettive e dotato di centro assistenza affidabile, per assicurare il pronto intervento anche a opera terminata.
Nel corso dei collaudi abbiamo potuto verificare la rispondenza dei generatori termofrigoriferi e dell’intero impianto rispetto alle aspettative del progetto: abbiamo simulato dal vero l’evoluzione delle condizioni termoigrometriche interne al variare delle condizioni climatiche esterne, in estate e in inverno, in funzione della programmazione oraria del profilo-tipo di occupazione e considerando anche lo spegnimento durante il fine settimana, registrando i dati tramite data logger”.
Quali aspetti hanno caratterizzato l’integrazione fra architettura e impianti?
“Il progetto originario risale al 2008, perciò è stato sviluppato con metodi e strumenti tradizionali. Successivamente, durante il progetto costruttivo, si è fatto ricorso al BIM soprattutto per lo sviluppo di alcuni dettagli, sia a livello architettonico sia per l’interazione edificio-impianti.
Per rispettare la volontà dei progettisti di mantenere a vista le strutture in cemento armato, negli ambienti non sono presenti controsoffitti e tutti i terminali, specifici per l’installazione sotto ampie superficie vetrate, sono incassati nel pavimento galleggiante.
Gli unici componenti annegati nei solai sono i punti luce e i rivelatori di fumo.
In particolare, i ventilconvettori sono stati prodotti su misura e testati presso la sede tedesca del produttore. E’ stato realizzato un mockup in scala 1:1 della parte dell’edificio con le facciate inclinate, per verificare che i flussi dell’aria prodotti dai ventilconvettori fossero compatibili con il comfort e il benessere degli occupanti.
Un altro fattore rilevante è stato costituito dall’elevata superficie trasparente, pari a 10.598 m2, e della necessaria protezione dalla radiazione solare lungo tutto il prospetto sud. In accordo con gli architetti, si è deciso di installare tende a rullo su tutte le vetrate del fronte sud, ad eccezione degli ultimi due “frame” superiori, dove sono stati previsti vetri con fattore solare g ≤ 0,3″.
Guarda il progetto