di arch. Andrea Banci
Articolo pubblicato su Ingenio-web
Stiamo vivendo negli ultimi anni la prima vera rivoluzione nel processo di progettazione di un’opera, potendo creare una copia virtuale del manufatto ancor prima che esso venga costruito. Un processo rimasto invariato per secoli, dove sulla base di rappresentazioni bidimensionali, di dettagli e di viste prospettiche si procedeva a valutarne i costi e le tempistiche di realizzazione dell’opera, affidando la buona riuscita di un progetto solo all’esperienza e alla sensibilità dei soggetti coinvolti.
Fig. 1: Immagine di progettazione in Bim
Tecnologie di supporto alla progettazione
Oggi, grazie alla rapida evoluzione tecnologica, stanno diventando sempre più accessibili tecnologie di supporto alla progettazione. Partendo da una fase preliminare del processo, tecnologie come la fotogrammetria, il rilievo morfologico tramite droni o il laser scanner, rendono possibile ottenere in breve tempo un rilievo preciso e ricco di informazioni da poter trasporre all’interno di un software BIM sin dalle fasi iniziali della progettazione.
BIM
È proprio il processo di digitalizzazione BIM che ha portato i maggiori benefici alla progettazione, si riesce così ad ottenere un modello tridimensionale ricco di informazioni, dove ad esempio, un oggetto non è più un semplice modello 3D o una rappresentazione bidimensionale di se stesso. Questo può essere classificato, vengono indicate proprietà dimensionali, termiche ed acustiche, marca modello e costo, preventivata la data di acquisto per il cantiere, gestite le scadenze di manutenzione, nonché la metodologia e la data di smaltimento (che magari avverrà tra decine di anni).
Figura 2 Immagini reali di progettazione in Bim
La coerenza delle informazioni all’interno del progetto è il punto cardine della nuova metodologia di sviluppo del progetto. Un tale metodo porta sicuramente ad una più veloce ed efficiente gestione del processo di realizzazione dell’opera, abbattendone i costi e riducendo gli imprevisti in fase di cantiere. Infatti, la maggior parte di essi sono gestibili nelle fasi preventive di progettazione. In questo modo, è possibile ottimizzarne l’esecuzione.
Il processo BIM però non è una macchina perfetta. Concettualmente nato tra la fine degli anni Ottanta ed i primi anni Novanta, se ne sente parlare da una decina d’anni e fino a poco tempo fa non esistevano vere e proprie linee guida sullo sviluppo dei software in grado di supportarlo. Ciò ha contribuito a generare un po’ di confusione su quale fosse il vero scopo del BIM.
Figura 3 Immagini reali di progettazione in Bim
Nuove linee guida
Fortunatamente la recente norma UNI, che tratta del processo BIM, ha iniziato a delineare delle linee guida da seguire. Sono stati ben definiti i risultati da ottenere fino al 3D. Con il termine 3D ci si riferisce ad un modello federato composto da tutte le discipline coinvolte nel progetto e comprese le informazioni e le proprietà dei singoli oggetti. Tuttavia, il passaggio al 4D, 5D, 6D e 7D ancora non è facilmente applicabile utilizzando un unico modello.
Figura 4 Immagini reali di progettazione in Bim
Un nuovo processo di digitalizzazione
Credo che questa sarà la fase più complicata da sviluppare, perché bisognerà essere in grado di digitalizzare le singole fasi di lavorazioni ed il lavoro umano, non solo l’opera in sé, e questo porta ad infinite variabili che software concepiti in maniera tradizionale difficilmente saranno in grado di prevedere. Vedremo se magari l’ultimo grande filone dello sviluppo tecnologico, l’IA, sarà in grado di sopperire a tali vincoli, ottimizzando ancora di più la realizzazione delle opere progettate.
Il futuro è vicino, ma non è ancora arrivato.